Mentre novembre volge al termine e iniziano le feste, non posso fare a meno di pensare a quanto sarà diverso il dicembre di quest’anno rispetto a quello di 10 anni fa. C’è stato un tempo in cui dal momento in cui novembre raggiungeva i 20 anni ogni occasione era una scusa per uscire e bere, perché, diciamolo, “è Natale!”. Trascorrevo la maggior parte delle serate a entrare nello spirito festivo e in media almeno una bottiglia di vino. I postumi della sbornia erano così familiari durante tutto il mese di dicembre che se mi svegliavo con la testa sgombra mi sembrava di aver sprecato una potenziale serata fuori. Ora posso contare quanti drink ho bevuto in tutto l’anno.
Come molti altri, tra cui Millie Mackintosh di Made in Chelsea, che ha appena scritto un libro sul suo percorso di sobrietà, e Spencer Matthews che ha lanciato CleanCo, un’azienda di alcolici, ho trascorso gli anni 2000 e 2010 in un turbinio di alcol e notti in bianco, per ritrovarmi ora all’estremità opposta dello spettro. Prima mi preoccupavo di prendere l’ultimo drink prima dell’orario di chiusura, ma ora mi preoccupo di berne più di uno perché non voglio che mi porti in un luogo in cui non mi sento più al sicuro. Considerando che una volta ero in preda al panico per la possibilità di rimanere incinta perché avrei dovuto rinunciare al mio bicchiere di vino serale, si tratta di un’inversione di tendenza.
Ma non mi sento sola: mentre le celebrità della mia epoca venivano spesso viste e celebrate mentre uscivano dai locali notturni e tracannavano bottiglie di champagne, c’è stato un cambiamento massiccio nel momento in cui abbiamo dato maggiore importanza alla cura di sé e al benessere. Una nuova ricerca ha infatti rilevato che il consumo di alcolici da parte della generazione Z è diminuito del 25% negli ultimi quattro anni e sembra che continuerà a diminuire anche nel 2025. Sembra anche che si stia abbandonando il tradizionale consumo di bevande fresche e che al suo posto gli studenti avranno attività asciutte per conoscersi meglio.