Basta scorrere TikTok, Instagram o qualsiasi altro sito di social media per trovare un consiglio da qualche parte. Che si tratti dei migliori prodotti per il trucco, di destinazioni di viaggio da aggiungere alla vostra lista o di qualche ispirazione per l’arredamento della cucina, le raccomandazioni sono ovunque.
Potrebbe sembrare un mondo da sogno: tutti condividono le cose e le esperienze che amano, in modo che anche gli altri possano amarle e condividerle. Inoltre, non c’è niente di meglio che essere ringraziati e lodati per le proprie raccomandazioni (il senso di orgoglio è impagabile), ma i vantaggi di essere “quello che sa” stanno iniziando a svanire e i lati negativi si fanno sentire.
I ristoranti consigliati da TikTok ora hanno code di un’ora, mentre prima erano frequentati solo da persone che si recavano al ristorante: basti pensare a The Breakfast Club o al San Alto Rooftop di Selfridges. Le destinazioni di vacanza come il Portogallo e la Croazia sono piene di turisti “influencer” che si affollano in queste “gemme segrete” dopo aver visto video esteticamente piacevoli online (e poi bloccano la vista facendo mini servizi fotografici per i loro social).
PS, c’è di piùPS, c’è di più
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Anche i prodotti si esauriscono in pochi secondi dopo essere stati messi online. Buona fortuna nel cercare di comprare un paio di Adidas Sambas, quella giacca di pelle di Zara che avete visto indossare a Molly-Mae Hague o il famigerato Tower 28 SOS Skin Spray. Le librerie come Waterstones stanno prendendo in considerazione BookTok, creando sezioni nei negozi esclusivamente per i libri popolari su TikTok, per evitare di dover setacciare gli scaffali.
Le raccomandazioni sono una parte importante della nostra cultura, tanto che il “gatekeeping”, ovvero il rifiuto di condividere dove si è comprato qualcosa, dove si è stati in vacanza o come ci si è fatti i capelli così, è guardato con disprezzo. Ma dato che le conseguenze delle nostre raccomandazioni ci sfuggono di mano, potrebbe essere giunto il momento di riportare in auge il gatekeeping?
@JadeAlyceBod, una creatrice di fragranze su TikTok, dice ai suoi follower di tenere per sé il proprio profumo, “perché alla fine della giornata, chi vuole profumare come tutti?”. E in risposta alle persone che vengono chiamate “cloni” per aver indossato capi di moda virali, @KBrennyy dice che la soluzione potrebbe essere il gatekeeping, scrivendo in un video: “Se non volete che tutti sembrino dei cloni, smettete di dire alle persone dove comprate ogni singolo articolo della vostra vita”.
Basta scorrere TikTok, Instagram o qualsiasi altro sito di social media per trovare un consiglio da qualche parte. Che si tratti dei migliori prodotti per il trucco, di destinazioni di viaggio da aggiungere alla vostra lista o di qualche ispirazione per l’arredamento della cucina, le raccomandazioni sono ovunque.
Potrebbe sembrare un mondo da sogno: tutti condividono le cose e le esperienze che amano, in modo che anche gli altri possano amarle e condividerle. Inoltre, non c’è niente di meglio che essere ringraziati e lodati per le proprie raccomandazioni (il senso di orgoglio è impagabile), ma i vantaggi di essere “quello che sa” stanno iniziando a svanire e i lati negativi si fanno sentire.
I ristoranti consigliati da TikTok ora hanno code di un’ora, mentre prima erano frequentati solo da persone che si recavano al ristorante: basti pensare a The Breakfast Club o al San Alto Rooftop di Selfridges. Le destinazioni di vacanza come il Portogallo e la Croazia sono piene di turisti “influencer” che si affollano in queste “gemme segrete” dopo aver visto video esteticamente piacevoli online (e poi bloccano la vista facendo mini servizi fotografici per i loro social).
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Anche i prodotti si esauriscono in pochi secondi dopo essere stati messi online. Buona fortuna nel cercare di comprare un paio di Adidas Sambas, quella giacca di pelle di Zara che avete visto indossare a Molly-Mae Hague o il famigerato Tower 28 SOS Skin Spray. Le librerie come Waterstones stanno prendendo in considerazione BookTok, creando sezioni nei negozi esclusivamente per i libri popolari su TikTok, per evitare di dover setacciare gli scaffali.
Le raccomandazioni sono una parte importante della nostra cultura, tanto che il “gatekeeping”, ovvero il rifiuto di condividere dove si è comprato qualcosa, dove si è stati in vacanza o come ci si è fatti i capelli così, è guardato con disprezzo. Ma dato che le conseguenze delle nostre raccomandazioni ci sfuggono di mano, potrebbe essere giunto il momento di riportare in auge il gatekeeping?